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suo posto alfabetico, con rimando alla forma più usata (per es. dis
.
I
`oV.
desio
); se
però nell’ordine alfabetico segue o precede immediatamente la forma più comune,
viene registrata soltanto accanto a questa (per es. re`dine o †re`dina).
Le varianti di forma possono essere precedute dall’indicazione in forma
abbreviata dei loro limiti d’uso o dal segno dell’arcaismo (per es. gas ... o (
tosc.
)
ga`sse, †gaz).
5. Qualifica grammaticale. La qualifica grammaticale indica la funzione che la
parola assolve nel discorso. Essa è abbreviata in carattere neretto; nel caso che la
stessa voce presenti più di una qualifica grammaticale (per es. gene`rico ...
agg. ...
s. m. ...; dec
I
`dere ... v. tr. ... v. tr. e intr. ... dec
I
`dersi v. intr. pron.),
questa è preceduta da un carattere maiuscolo bianco su fondo nero.
6. Sezione morfologica. In questa sezione vengono segnalate le forme di flessione
dei vocaboli – sostantivi, aggettivi, verbi ecc. – per cui si possono avere dubbi o
incertezze nella declinazione o nella coniugazione. Tutta la sezione è posta fra
parentesi tonde. Le forme flesse sono in corsivo: per intero quando vi sono mutamenti
nella radice, nella grafia o nella pronuncia; altrimenti abbreviate per suffisso o
desinenza.
Il vocabolario segnala:
•i plurali irregolari dei sostantivi maschili e femminili (bu`e ... pl. m.
buòi
; a`la ... pl.
àli
)
•i plurali dei sostantivi maschili terminanti in
-a
(poe`ta ... pl. m.
-i
), in
-co
,
-go
,
-sco
(ba`co ... pl.
-chi
; po`rtico ... pl.
-ci
; ma`go ... pl.
-ghi
; fia`sco ... pl.
-schi
)
•i plurali maschili degli aggettivi terminanti in
-co
,
-go
,
-sco
(lu`brico ... pl. m.
-ci
;
ana`logo ... pl. m.
-ghi
; fre´sco ... pl. m.
-schi
)
•i plurali dei sostantivi femminili terminanti in
-cia
,
-gia
,
-scia
(la`ncia ... pl.
-ce
;
prov
I
`ncia ... pl.
-ce
o
-cie
; fra`ngia ... pl.
-ge
; b
I
`scia ... pl.
-sce
) quando l’accento
tonico non cada sulla desinenza
•i plurali femminili degli aggettivi terminanti in
-cio
,
-gio
,
-scio
(gue`rcio ... pl. f.
-ce
;
gr
I
`gio ... pl. f.
-gie
o
-ge
; l
I
`scio ... pl. f.
-sce
) quando l’accento tonico non cada
sulla desinenza
•i plurali dei sostantivi composti (capostazio´ne ... pl. m.
capistazióne
), dei
sostantivi che al plurale mutano genere (pa`io ... pl.
pàia
, f.), dei sostantivi
sovrabbondanti che hanno due plurali di genere diverso, con eventuali riferimenti
ai diversi significati (bra`ccio ... pl.
bràccia
, f. nei sign. ...,
bràcci
, m. nei sign. ...)
•i femminili dei nomi mobili (poe`ta ... f.
-essa
)
la forma maschile di alcuni sostantivi femminili (cenere`ntola ... m.
-o
)
•i comparativi e superlativi organici o irregolari degli aggettivi, eventualmente con
accanto la forma regolare (buo`no ... compar. di maggioranza
più buòno
o
miglióre
, sup.
buonìssimo
o
òttimo
; a`cre ... sup.
acèrrimo
)
•i troncamenti, le elisioni, le forme eufoniche (be`ne ... troncato in
ben
in posizione
proclitica; fra`te ... troncato in
fra
, raro
frà
, o
fra’
)
Le parole di origine e struttura non italiana sono generalmente considerate, in
contesti italiani, come parole invariabili: è corretto scrivere
i bar
,
i manager
,
gli abat-
jour
: lo Zingarelli designa infatti questi vocaboli come invariabili. Poiché tuttavia può
essere necessario od opportuno in casi specifici far uso delle forme flesse in lingua
originale, il vocabolario segnala i plurali o i femminili di quelle parole che possono
porre dubbi al lettore: ad esempio si segnalano i plurali irregolari dei sostantivi inglesi
e francesi (cioè i casi in cui il plurale non si ottiene per aggiunta della desinenza
-s
);
le forme flesse irregolari degli aggettivi francesi; i plurali delle locuzioni; i plurali di
sostantivi e aggettivi di altre lingue che non siano l’inglese e il francese; le forme
plurali comunemente usate per sostantivi e locuzioni latini e greci.
Per i verbi vengono segnalati:
gli ausiliari di tutti gli intransitivi non arcaici (ader
I
`re ... aus.
avere
; afflu_
I
`re ... aus.
essere
; co´rrere ... aus.
essere
quando si esprime o si sottintende una meta; aus.
avere
quando si esprime l’azione in sé o nel significato di partecipare a una corsa)
tutte le forme irregolari dei verbi non arcaici (anda`re ... pres.
io vàdo
, o
vo
/vO*/
,
tu vài
,
egli va
,
noi andiàmo
,
voi andàte
,
essi vànno
; fut.
io andrò
, pop.
anderò
;
congv. pres.
io vàda
,
noi andiàmo
,
voi andiàte
,
essi vàdano
; cond. pres.
io andrèi
,
pop.
anderèi
; imp.
va
/va
,
va*/
o va’ o
i
,
andàte
; le altre forme dal tema
and-
)
•i tempi, i modi ed eventualmente le forme di tutti i verbi difettivi compresi gli arcaici
(cale´re ... dif. usato solo in alcune forme dei tempi semplici: pres.
càle
; imperf.
caléva
; pass. rem.
càlse
; congv. pres.
càglia
; congv. imperf.
calésse
; cond.
carrèbbe
; ger.
calèndo
; part. pass. raro †
calùto
)
la prima persona singolare del presente indicativo quando la sillaba tonica,
diversa da quella dell’infinito, contenga le vocali
e
oppure
o
: in tal caso l’accento
grave o acuto indica il grado di apertura della vocale stessa (sent
I
`re ...
io sènto
);
non si riporta la forma della prima persona del presente indicativo quando il grado
di apertura della vocale tonica è lo stesso dell’infinito, come in pe`rdere