User Manual

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la prima e la seconda persona singolare del presente indicativo dei verbi in
-care
,
-gare
,
-cere
,
-gere
,
-scere
(giudica`re ...
io giùdico
,
tu giùdichi
; lusinga`re ...
io
lusìngo
,
tu lusìnghi
; v
I
`ncere ...
io vìnco
,
tu vìnci
; sp
I
`ngere ...
io spìngo
,
tu spìngi
;
me´scere ...
io mésco
,
tu mésci
) e dei verbi in
-ire
con presente in
-isco
(un
I
`re ...
io
unìsco
,
tu unìsci
)
la prima persona singolare del presente indicativo quando l’accento tonico cada
su una sillaba diversa rispetto all’infinito (amplia`re ...
io àmplio
)
la prima e la seconda persona singolare del presente indicativo dei verbi con
dittongo mobile (
-ie-
,
-uo-
) seguite dalla norma di comportamento del dittongo
nella flessione (gioca`re ...
io giuòco
o
giòco
,
tu giuòchi
o
giòchi
; in tutta la coniug.
la
o
può dittongare in
uo
se tonica)
la coniugazione irregolare di verbi composti, tramite rinvio alla coniugazione del
corrispondente verbo semplice (resp
I
`ngere ... coniug. come
spìngere
)
Non vi è distinzione grafica fra accenti obbligatori e opzionali nelle forme flesse: gli
accenti in fine di parola devono essere intesi come obbligatori; quelli in altra posizione
sono tonici e pertanto di norma si omettono (V. 14.1). Le forme di flessione arcaiche
di vocaboli non arcaici sono precedute dal segno di arcaismo.
7. Sezione semantica. Questa sezione contiene la completa trattazione dei significati
delle parole ed è contraddistinta all’inizio o da un dischetto in nero (•), quando si ha
un solo significato, o da un numero arabo quando si danno più definizioni (1... 2...
3...). All’interno di ogni accezione le varie sfumature di significato e le locuzioni
idiomatiche sono distinte da quadratini neri. Nelle voci di vasta estensione (per es.
dare
,
fare
) le accezioni sono state riunite in nuclei di significato preceduti da numeri
romani in bianco su fondo nero (
, ). La definizione si riferisce al contenuto
concettuale o all’oggetto reale che la parola designa e stabilisce delle equivalenze di
significato tra espressioni linguistiche al fine di descrivere l’ambito semantico
d’impiego del vocabolo. Essa è scritta in carattere tipografico tondo, ed è
eventualmente preceduta da limiti d’uso stilistici o relativi ai linguaggi speciali –
scienze, tecnologie e altre attività – cui il vocabolo (o il significato) appartiene: per es.
(
lett.
), (
scherz.
), (
fig.
) oppure (
bot.
), (
med.
), (
mar.
).
Le definizioni sono di solito seguite da fraseologia esemplificativa in corsivo o da
citazioni di autori della letteratura italiana, sempre in corsivo, seguite dal nome
dell’autore in maiuscoletto tra parentesi tonde.
Le locuzioni sono stampate in carattere nero corsivo dall’eventuale indicazione
del limite d’uso in carattere corsivo e sono seguite dalla spiegazione del significato in
carattere tondo.
L’ordinamento delle accezioni all’interno della voce segue di solito un criterio che
vuol essere logico e storico al tempo stesso: precedono cioè le definizioni dei
significati propri od originariamente più in uso e seguono quelle dei significati figurati,
estensivi, specifici, ecc. In tal modo, leggendo tutta la voce, ci si può rendere conto
della logicità storica che regola i passaggi semantici dall’uno all’altro significato come
passaggi dall’implicito all’esplicito, dall’indifferenziato al differenziato. I significati
antiquati di parole tuttora usate vengono contraddistinti dal segno di arcaismo (†)
anteposto alla definizione.
8. Sinonimi, contrari e analoghi. Sono registrati al termine della trattazione
semantica del significato specifico della parola a cui si riferiscono, introdotti
rispettivamente dalle abbreviazioni SIN., CONTR. o CFR. in maiuscoletto.
I sinonimi sono stati registrati senza pretese di completezza, avendo riguardo
soprattutto alla loro funzione di ulteriore messa a punto del significato già fornito nella
definizione vera e propria. Egualmente si sono dati come sinonimi termini non
completamente sovrapponibili ma certo sostituibili, anche con ovvia utilità pratica e
didattica.
Le stesse considerazioni valgono per la scelta e la registrazione dei contrari e
degli analoghi.
9. Alterati e avverbi in -mente. Questa sezione, preceduta da un triangolino nero ( )
e un triangolino bianco ( ), raccoglie le forme alterate dei sostantivi e degli aggettivi,
stampate in nero, e seguite dalla qualifica alterativa (per es. ombre`llo ...
ombrellu`ccio, dim.). Qualora sia seguita da (V.), significa che la voce alterata
possiede un significato autonomo e quindi costituisce lemma al suo posto alfabetico
(per es. ombre`llo ... ombrello´ne, accr. (V.)).
Per gli aggettivi dopo la doppia barra verticale vengono registrati, anch’essi in
nero e in corpo minore, gli avverbi formati, se necessario o opportuno, con il suffisso
-mente, seguito dalla qualifica grammaticale e dalla definizione del significato (per es.
oscu`ro ...
oscurame´nte).
10. Marchi registrati. Il vocabolario accoglie anche parole che sono o si pretende