User Manual

42
IL DIZIONARIO DEI SINONIMI E CONTRARI
AVVERTENZE PER LA CONSULTAZIONE
1. Ordinamento e raggruppamento. I singoli lemmi e locuzioni sono in carattere
tipografico nero e in ordine rigorosamente alfabetico: a (1), a (2), a-, abacà, a`baco,
ab aeterno, ab antiquo, aba`te, ecc. Sempre in neretto, ma in corpo minore sono i
rimandi, le forme riflessive o intr. pron., i riferimenti delle forme alterate e dei participi.
Es.: senonché
V.
sennonché, regola`re ... regolarsi, pacche´tto ... dim. di pacco,
dichiara`nte part. pres. di dichiarare.
2. Struttura della voce. Ogni singolo lemma riproduce uno schema fisso in cui sono
previste le seguenti partizioni: trascrizione fonematica per le parole straniere,
etimologia per le parole straniere o per le italiane che richiedono una spiegazione per
capirne meglio i sinonimi, qualifica grammaticale, sezione semantica, fraseologia.
3. Vocabolo. Il lemma (o esponente o vocabolo) è la parola o la locuzione o l’affisso
di cui tratta la voce e si distingue per il carattere nero; su ogni lemma è indicato
anche l’accento tonico; si sono usati due tipi di segnaccento: uno nello stesso
carattere nero quando è obbligatorio nella scrittura normale (per es. bontà, perciò,
ecc.) e uno stampato in chiaro quando non ricorre nella scrittura normale (per es.
loda`re, brus
I
`o, ecc.). Ambedue hanno la duplice funzione di segnare la sillaba
accentata e di indicare il grado di apertura grave o acuto delle
e
e delle
o
toniche (per
es. argome´nto, ace`rbo, adulato´re, acro`bata, perché, cioè).
Gli omografi, cioè le parole uguali come scrittura ma di significato diverso, sono
distinti da un numero posto alla fine del lemma tra parentesi tonde in neretto (per es.
gra`na (1) ... gra`na (2) ...).
I lemmi costituiti da prefissi o primi elementi sono seguiti da un trattino (mega-, melo-);
i suffissi o secondi elementi ne sono invece preceduti (-filo, -fobo).
4. Rinvio. Si è fatto uso del rinvio per le
varianti di forma
. Si considera variante di
forma di un vocabolo quella parola che presenta, rispetto a un’altra più comune
nell’uso, differenze fonetiche o grafiche ma ha la stessa base etimologica e gli stessi
significati, tali quindi da comportare identica trattazione se venisse sviluppata in
maniera autonoma e distinta.
In questo caso la parola meno comune rinvia semplicemente a quella più comune e
non compare fra i sinonimi di quest’ultima (es.: melagra`no
V.
melograno).
Il rinvio è stato ancora usato per quelle parole che, pur conservando differenze
nell’uso e nella frequenza, coprono sostanzialmente le stesse aree di significato;
questo soprattutto quando la vicinanza alfabetica è tale da non richiedere una
stesura separata. In questo secondo caso viene data l’indicazione della qualifica
grammaticale e, ove occorra, del livello d’uso del vocabolo; a sua volta tale vocabolo
compare fra i sinonimi del lemma a cui rinvia (es.: intramu`scolo agg. inv.
V.
intramuscolare. Quindi: intramuscola`re agg. endomuscolare, ... intramuscolo ...).
5. Qualifica grammaticale. La qualifica grammaticale è abbreviata (agg., s. m., s. f.,
v. tr. ...) ed eventualmente preceduta da una lettera maiuscola in nero (A, B, ecc.) nel
caso che la stessa voce presenti una certa varietà di funzioni grammaticali (per es.
centra`le A agg. ... B s. f. ...; abbaglia`re A v. tr. ... B v. intr. ... C abbagliarsi v. intr. pron.
...).
6. Sezione semantica. Questa sezione contiene la trattazione dei vari sinonimi e
contrari ed è suddivisa in base alle diverse accezioni del lemma contrassegnate da
numeri arabi in grassetto (1, 2, ecc.).
Immediatamente dopo il numero, o se questo manca, dopo la qualifica grammaticale,
si trova l’eventuale indicazione dei limiti d’uso stilistici o relativi ai linguaggi
specialistici, in carattere corsivo e tra parentesi: (
lett.
), (
poet.
), (
raro
), (
med.
), (
edit.
),
(
ing.
), (
biol.
), ecc. oppure una breve spiegazione, sempre in corsivo e tra parentesi,
che indica il contesto d’uso dei sinonimi o contrari elencati.
A loro volta, sinonimi e contrari di uso non comune o specialistico sono accompagnati
dall’indicazione della loro classe di appartenenza, ad es.: bamb
I
`no ... bimbo (
fam.
),
marmocchio (
scherz.
), frugolino (
fam.
), pargolo (
lett.
), putto (
raro
), baby (
ingl.
).
Le sfumature di una certa evidenza all’interno di una accezione sono precedute da
un quadratino.
I contrari seguono i sinonimi e sono preceduti dall’abbreviazione CONTR.
Esiste un’ulteriore sezione, introdotta dall’abbreviazione CFR. (confronta), che
accoglie i termini che non sono né sinonimi né in evidente opposizione con il lemma